#WONDERFULWALL 

testo di Giuseppe Tringali

 

Generalmente quando si parla di MURO ci si riferisce ad una delimitazione tra spazi, ad un confine o più semplicemente ad una barriera, oltretutto ci si può riferire ad esso sia come spazio fisico che mentale.

Questa concezione si scardina e viene meno quando entra in contatto con l’arte e la creatività; a questo punto un MURO diventa solamente un’opportunità.

 

L’opportunità di poter segnare lo spazio, lasciar traccia di sé e del proprio passaggio,  l’opportunità di far dialogare diversi stili, l’opportunità di aprire una finestra sul Mondo, laddove si pensava potesse esserci solamente un blocco (fisico o mentale che dir si voglia).

 

Incidere su un muro il proprio nome è una pratica poi nemmeno così moderna, piuttosto so può pensare faccia parte del corredo genetico dell’essere umano, che sin dall’alba dei tempi sente nella pancia la necessità di lasciar traccia di sé, quel bisogno di auto affermazione che lo spinge a raccontarci di lui ed elaborare modi sempre più raffinati ed evoluti, risultato di esercizio costante nel tentativo di coniugare estetica e rapidità perché a volte questo bisogno passa anche dalla rottura delle regole e dalla noncuranza delle leggi.